“Camminare fa bene, anzi benissimo!”: ecco IL PRIMO CONVEGNO SUL WALKING

Giovedì prossimo, 20 ottobre, dalle 9.00 alle 13.00, presso la Confcommercio di Corso Venezia 47, si terrà il convegno Camminare fa bene, anzi benissimo!.

Il simposio vivrà di una prima parte, intitolata Guadagnare in salute, in cui eminenti studiosi dispenseranno i migliori consigli di carattere scientifico, e di una seconda, Milano città del Walking, in cui verrà evidenziata da istituzioni e ospiti di prestigio la sempre maggiore della città come Walkable City.

Per la prima volta l’attività del cammino verrà affrontata in maniera articolata, con grande attenzione alle peculiarità che ne fanno un toccasana per la salute di persone di tutte le età e livello di forma fisica.

Di seguito le anticipazioni degli interventi dei cinque relatori della parte scientifica.

Walking: che effetto fa?

Bella domanda! L’interrogativo posto al prof. Fabio Esposito, Presidente del Comitato di Direzione della Scuola di Scienze Motorie del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano, avrà una risposta tanto semplice quanto non scontata.

«La tematica del camminare è particolarmente importante per la nostra scuola di Scienze Motorie che si occupa dello studio dell’esercizio fisico, della prevenzione primaria e secondaria grazie allo stesso, della ricerca del benessere attraverso l’attività motoria. Il mio intervento andrà a chiarire qual è la risposta fisiologica all’attività del cammino, spiegando questa cosa induce dal punto di vista della prevenzione a livello dei vari organi e dei sistemi cardiocircolatorio, respiratorio e muscolare. Affronterò anche una problematica importante come quella dell’individualizzazione dell’intervento sul praticante, che dev’essere fatto da professionisti capaci guardando alle caratteristiche peculiari di ciascuna persona».

Un concetto non da poco: finalmente l’esercizio fisico viene sempre più riconosciuto come una medicina; come tale, però, “fa bene” solo se dosato bene.

L’importanza della prevenzione

Il tema che verrà affrontato dal prof. Stefano Carugo, del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’Unità Operativa Complessa del Policlinico di Milano, può apparire decisamente scontato. Chi non sa che, come recita un ormai consolidato slogan, che “prevenire è meglio che curare”? Ma la questione è ben più complessa, soprattutto se si tiene conto delle implicazioni personali, emotive ed umane, generate da una prevenzione poco attenta.

«Prevenire è fondamentale – premette il prof. Carugo – perché curare poi le malattie risulta spesso drammatico. È vero che s’investe ancora poco sulla prevenzione cardiovascolare, ma comunque qualsiasi tipo di terapia funziona solo se il paziente tiene cura del proprio corpo. Troppa gente fa ancora conto sulle “pastigliette”, i medicinali per intenderci, dimenticando che occorre invece uno stile di vita quotidiano adeguato. Districarsi tra i mille consigli che arrivano da tutte le parti è sempre più difficile, così nel corso del convegno farò chiarezza fornendo le indicazioni più aggiornate».

La salute passa anche per l’attività fisica

«Nel corso degli anni la sedentarietà è sicuramente aumentata comportando un peggioramento delle condizioni di salute delle persone». Il prof. Matteo Bonato, ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano partirà da questo assunto, che sarà corroborato dall’esposizione di dati recenti, per evidenziare come sia fondamentale attuare corrette strategie “di recupero”.

«Le linee guida che arrivano da eminenti organismi internazionali consigliano un numero di passi giornalieri o di minuti settimanali di attività e il camminare è una delle più consigliate. Va però chiarita l’importanza dell’intensità con cui va eseguita, dipendente dall’età e dallo stato di forma del praticante, così come non va dimenticato l’inserimento di alcune, anche semplici, sedute di potenziamento muscolare».

Il prof. Bonato caratterizzerà dunque il suo intervento con proposte pratiche da utilizzare per ovviare al calo di forza indotto con l’età. «Gli esercizi che mostrerò, pochi e semplici ma da eseguire, anche a casa, in maniera corretta e con buona frequenza, possono essere di grandissimo aiuto se abbinati al cammino, per ovviare alla sedentarietà e rilanciare un più salutare stile di vita».

Coronaropatie e walking: fine della storia o inizio di un bel percorso?

Bella domanda anche questa! Curiosa, se non altro. «Avere una coronaropatia – chiarisce il dottor Gabriele Tumminello, cardiologo presso il Policlinico di Milano, Ospedale Maggiore, e docente presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università degli Studi di Milano – non esclude l’attività fisica, in particolar modo il walking. Dovrebbe, anzi, incoraggiarla, soprattutto se non è stata praticata fin a quel momento. Secondo la morale comune, infatti, chi ha un infarto non dovrebbe fare sport, mentre la scienza dice l’esatto contrario. Il “bel percorso” si riferisce a nuove, o rinnovate, abitudini che, anziché portare a una situazione di disabilità, inducono a uno stile di vita più sano e dinamico, in grado di garantire uno stato di salute decisamente migliorato».

Per dimostrare quanto afferma, il dottor Tumminello arricchirà il suo intervento con una presentazione ricca di dati, immagini e consigli utili.

Camminare fa bene alla mente

«Ebbene sì! Non esagero: sviluppa superpoteri – afferma con decisione la psicologa dello sport Adriana Lombardi –. Al contrario, l’immobilità rallenta l’attività cerebrale: quando ci alziamo e ci muoviamo diventiamo cognitivamente mobili. Camminare è ripartire, è mettere un passo dopo l’altro per uscire da uno spazio chiuso e andare incontro alla vita. Smorza lo stress e l’ansia, funziona come antidepressivo, migliora il tono dell’umore e affina il pensiero, aumentando la creatività. Il movimento esalta l’attività del cervello, rendendolo in grado di elaborare idee e pensieri in maniera diversa rispetto a quando siamo seduti alla scrivania, tanto che si sono diffusi i cosiddetti “walking meeting”, riunioni svolte mentre si cammina. Ne sapeva qualcosa già Aristotele…»

«Camminare ha anche una funzione sociale: si cammina spesso in compagnia, mentre si chiacchiera, in un contesto ameno che si può trovare anche a Milano, una città in cammino».
Nel corso del suo intervento la dr.ssa Lombardi proporrà aspetti da valutare e atteggiamenti da adottare per far sì che, oltre che per il corpo, camminare sia effettivamente salutare anche per la mente di chi lo pratica.


Vi ricordiamo che la partecipazione al convegno è gratuita, ma è necessaria la registrazione preventiva, attraverso un semplice form dedicato.

Qui il form di registrazione.